domenica 9 marzo 2014

My Mad Fat Diary



Genere: Drama
Paese: UK
Emittente: E4
Durata: 47 minuti
Premiere: Gennaio 2013
Se la prima cosa che avete in mente nel leggere il titolo di questa serie è "Oh, un altro telefilm adolescenziale pieno di luoghi comuni, personaggi scialbi e una protagonista che è sicuramente una Mary Sue. Non vale la pena di guardarlo!", non potreste essere più in errore.

Può sembrare il solito teen drama, fatto per riempire un'ora di televisione il lunedì sera, ma basta vedere la prima puntata per rendersi conto che non è nulla di tutto ciò. 
La cosa più bella di questa serie è il realismo con cui vengono raccontate le cose, direttamente in prima persona dalla protagonista, Rachel Earl (Sharoon Rooney). Il flusso dei suoi pensieri fa da sottofondo agli avvenimenti della puntata, passando spesso dal lato comico a quello un poco più serio e drammatico, regalandoci un posto in prima fila a tutto ciò che pensa e non dice.

Rae vive a Stamford, nel Lincolnshire, nel 1996, ha 16 anni ed è obesa. Questa è la prima premessa che c'è da fare, perchè l'obesità di Rae è una presenza invisibile, ma allo stesso tempo costante, di tutto il telefilm. 
Costante, perchè non è difficile capire quanto la psiche di Rae venga influenzata dal suo aspetto fisico. All'inizio del pilot la troviamo in procinto di essere dimessa da un ospedale psichiatrico dove ha passato gli ultimi 4 mesi per via di disturbi mentali e di alimentazione. Io non sono una dottoressa, quindi non sono così tanto affidabile, ma sono convinta che i problemi di testa che ha lei siano semplicemente legati al suo aspetto fisico. Da vari flashback, riusciamo a capire che Rae era vittima di prese in giro e scherzi di cattivo gusto a scuola, non aveva amici ed era completamente sola. La cattiveria degli adolescenti nei confronti dei propri simili che non si amalgamano alla massa era un dato di fatto trent'anni fa come lo è ancora adesso. Rae si sente sempre un gradino sotto tutte le altre ragazze, semplicemente perchè non è magra, e non c'è puntata che queste sue insicurezze non vengano sottolineate.
Ma nonostante il fattore obesità sia costante e sempre presente, è pure invisibile, perchè Rae non parla mai di dieta, di calorie, di esercizio fisico, non è una di quelle ragazze che "da lunedì comincio questa nuova dieta per perdere quindici chili in un mese". L'obesità è presente, ma è qualcosa che sussiste a livello mentale, quasi. Poche volte si vede Rae mangiare, e non c'è neanche la voglia da parte sua di cambiare quella condizione, probabilmente per la bassa autostima che ha di se stessa, causata da cosa? Dalle prese in giro perchè è obesa. Insomma, è tutto un infinito circolo vizioso, da cui sembra impossibile poter uscire. 
MMFD ritrae senza dubbio in maniera perfetta cosa voglia dire essere un'adolescente obesa, senza fronzoli, ma con scomode verità e situazioni in cui molte ragazze possono riconoscersi.

Uno dei punti di forza di questa serie è, come dicevo prima, il realismo con cui viene affrontato il tutto. Non è un realismo che lascia l'amaro in bocca però, è qualcosa che fa riflettere e che porta a pensare "cavolo, anche io farei così", oppure "quante volte ho pensato la stessa identica cosa di me stessa". Non racconta situazioni surreali o disegnate dalla fantasia di qualche autore, tutto ciò che accade a Rae potrebbe benissimo succedere a qualunque adolescente di un piccolo paese inglese, ma soprattutto, le persone che incontra e che fanno parte della sua vita sono reali come potrebbe essere il vostro vicino di casa. 
La mamma single con un fidanzato più giovane di lei, l'amica bella-e-stronza, il figo di turno, il ragazzo gay non dichiarato, l'amica dell'ospedale psichiatrico e lo psicologo possono sembrare tutti clichè e personaggi già visti e rivisti, ma basta scavare un poco nella caratterizzazione di ognuna di queste persone, per rendersi conto che c'è tanto di più da raccontare, sia di positivo che negativo, senza contare lo sviluppo che ha ognuno di loro anche solo nei sei episodi della prima serie. Perchè l'amica stronza ogni tanto si rivela essere anche brava e comprensiva, la mamma single ha tutte le insicurezze che una donna abbandonata dal padre di sua figlia può avere, per non parlare dell'impossibilità di un sedicenne di fare coming out in un paesino dell'Inghilterra trent'anni fa, o il figo di turno che si accorge che la ragazza a cui deve puntare è quella bella dentro. 
Ogni personaggio è particolare a modo suo, con tutti i suoi pregi, difetti, problemi e stranezze. Ed è proprio questo realismo a battere dieci a uno ogni altra serie tv adolescenziale che io abbia visto negli ultimi anni. 
Rae non si tira indietro quando c'è da parlare di argomenti scomodi e poco ortodossi; ci sono momenti in cui si ridacchia, ma anche altri in cui ci si ferma un paio di attimi per pensare e realizzare che sì, forse anche noi in una situazione del genere ci saremmo comportanti in quel modo. Non sono sicura che Rae sia un personaggio positivo, ma spesso sono i caratteri negativi che riescono a toccare certe corde e a trasmettere un particolare messaggio.


Altra protagonista indiscussa di questo telefilm è la musica. Il sottofondo musicale fa sempre da sfondo ai monologhi di Rae, esprime i suoi stati d'animo e le dà una personalità travolgente e per certi versi poco femminile, ma non per questo criticabile. Oasis, Stone Roses, Blur e molte altre hit degli anni '90 accompagnano le immagini per i 40 minuti di episodio, rievocando i ricordi di quegli anni lì li ha vissuti e ricorda quando passavano Wannabe delle Spice Girls alla radio. Solo la colonna sonora è da 10+.


Lo consiglio perchè:
- E' originale e mai banale, fa ridere, fa piangere, riesce ad emozionare, riesce a far pensare, fa capire quanto l'aspetto fisico influenzi la psiche di una persona. Non è mai disturbante, perchè stiamo parlando di una serie inglese e gli inglesi sanno benissimo quando fermarsi e come trattare certi argomenti. E' delicato nella sua crudezza, è geniale.
- L'attrice che fa Rae è davvero bravissima. Per quanto il personaggio non mi piaccia, lei è incredibilmente eccellente nell'interpretarlo. (Ha fatto pure una particina in Sherlock, chi se la ricorda nel club di Anderson in The Empty Hearse?)
- Nico Mirallegro. Che non è uno scioglilingua, ma uno degli attori principali e oltre ad avere un cognome bellissimo, ha pure una faccia e tutto il resto che non scherza. Ah, il gene italiano è sempre una garanzia.
- Il tuffo nel passato quasi involontario che fa fare la colonna sonora, solo quello ne vale la pena.
- L'accento Inglese che hanno tutti. Io avrò anche un fetish una fissa per queste cose, ma adoro davvero un sacco come pronunciano il 90% delle parole. Per non parlare di tutto lo slang che ho imparato LOL
- Per certi versi mi ricorda quasi Skins, anche se parliamo di due realtà completamente diverse e soprattutto qui certi argomenti non vengono trattati in modo così crudo e brutale. 



3 commenti:

  1. Che bella recensione M :) Condivido tutto quello che hai scritto, questo telefilm è davvero stupendo!
    p.s. appena sono dal pc ti faccio un pò di pubblicità sul mio blog :3

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    1. Ma grazie hon <3 sono contenta di non aver scritto un sacco di cavolate XD
      <3 <3 <3

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    2. pubblicità fatta ^_^ http://douglasboothitalia.blogspot.it/2014/03/momento-off-topic.html

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